Sunday, June 1, 2014

Phoenix Suns 2014-2015: fail


E così è successo.
Ciò che temevamo si è verificato con tutta la sua spietatezza, sono quei dolori che solo l'Ovest può darti.
Finiamo la stagione con il bilancio di 16W e 13L ma non basta.
In una incredibile Western Conference finiamo 9°, primi eliminati ad Ovest con lo stesso punteggio degli Spurs, ma un bilancio di vittorie con avversari di conference inferiore, di una sola maleddetta partita.
Ne bastava una sola.

Ci eravamo lasciati con Phoenix in 6° posizione, in un gruppone di squadre a 1,2 vittorie di differenza.
Ebbene come succede nella prima regola delle stagioni a 29, perdi 2 partite di seguito e sprofondi.
Perdiamo con i Dallas in una sfida quasi diretta per l'accesso alla post season, con il fenomeno Jabari Parker, già pronta ai livelli massimi.
E perdiamo anche contro Indiana, seconda ad Est, sotto il fuoco di Paul George che ci distrugge nell'ultimo quarto.
Respiriamo poi contro i Brooklyn Nets, ritrovando la vittoria proprio contro questi poveri derelitti pieni di ex glorie oramai sull'orlo del ritiro.
Ma proprio contro i Nets succede l'episodio che condizzionerà psicologicamente le ultime gare: si infortuna Embiid scendendo da un rimbalzo.
Distorsione e fuori almeno 2 settimane.
Siamo ad aprile.

Portiamo a casa la partita con i Nets, ma cadiamo in una gara dolorosa contro Utah, una partita da non poter perdere.
La trasciniamo fino all'ultimo minuto, quando la sensazione era che da un momento all'altro avremmo preso il largo, la trasciniamo e perdiamo una palla dolorosa, incassando una tripla e poi Barnes sbaglia la conclusione dell'eventuale pareggio.
Vediamo nero a questo punto.
Siamo con un piede nel baratro e Houston, Portland e Minnesota da affrontare.
Vincerle tutte e tre sarebbe qualificazione assicurata e addirittura potenziale 6° posto, perderne 1 significa esito incerto, perderne 2 sarebbe la fine.

Vinciamo a Houston una gara clamorosa, dove Vonleh si ricicla da centro, giocando 28 minuti di pura caparbietà, con 14 punti e 13 rimbalzi, duellando con Howard.
Barnes ne mette 28, ma si vede che brucia in lui la sconfitta con Utah.
La vinciamo 103-92 grazie ad una ritorvata difese e all'aiuto di tutti in quella che è la seconda partita senza Embiid.
A Portland arriviamo sapendo di giocarcela con la squadra che ha il record migliore della stagione.
Non c'è semplicemente partita, perchè senza il nostro centro di ruolo ci mancano riferimenti mentre Lillard e Aldridge ci distruggono 117-91.

Siamo con la pistola alla tempia quando ospitiamo i Minnesota, che si giocano con noi l'accesso ai playoffs.
La notizia più importante arriva 2 ore prima, quando Embiid passa i test alla caviglia e decide di giocare, nonostante non sia al 100%.
L'entusiasmo è alle stelle, guidandoci ad un +10 nel primo spettacolare quarto di gioco.
Love non trova il ritmo, Rubio sembra stanco sulle gambe e lascia a Dragic un paio di conclusioni da tre dove lo spagnolo non riesce a recuperare.
Tornano sotto i Minnesota, ma non li lasciamo avvicinare oltre i 4 punti.
Viciamo 101-96 con un enorme entusiamo, perchè con quella vittoria, con le 2 vittorie nelle ultime 3 gare sentiamo di meritarci il passaggio.

Ma così non è.
Due giorni dopo San Antonio vince la seconda gara consecutiva e ci scavalca nonostante l'exequo.
Siamo sbattuti fuori con tanto di segno della porta sul naso.
16 vittorie e 13 sconfitte non sono bastate ad Ovest, dove tolti i Lakers e i Kings, le altre 13 squadre sono ad 1 partita di distanza l'una dall'altra con diverse parità di punteggi.
E' stata una bagarre che abbiamo perso.
Per una sola partita, bastava un tiro, un recupero, chiudere una gara in cui potevamo vincere.

Non dichiariamo nulla alla stampa, perchè sappiamo che incombe una decisone complessa.
Nonostante Barnes nel secondo quintetto (con 24 punti, 6 rimbalzi e 5.5 assist a gara) All NBA Team e 3 giocatori nel primo quintetto matricole (Embiid, Vonleh e Gentile), dovrò decidere cosa fare.

Nella testa girano tutte le critiche fatte finora.
Aver smantellato la squadra il primo anno, puntare su Barnes e Dragic, che hanno risposto bene, ma fin dove arriveranno?
Scegliere di sacrificare Plumlee prendendo alla seconda chiamata Embiid, quando sulla lavagna c'era ancora Wiggins.
E tutto quello che abbiamo fatto per mettere la squadra nelle mani dei giovani.
Ci tornano in mente le parole di dubbio espresse dal coach barba sul reale valore dei giocatori, chi metteva in dubbio Goodwin come SG titolare e di spessore, ma anche le parole di coach Alp sulla rabbia da trovare.

L'idea era di mollare se non avessi raggiunto i playoffs.
Qualche giorno di riflessione e vedremo.




4 comments:

  1. E questo non me l'aspettavo. Però alla fine non è un dramma, è sì difficile da digerire, ma c'è da dire che con una rotazione così giovane, è normale non riuscire a fronteggiare certe pressioni. E' un fallimento solo da un punto di vista: eri sesto e ti è sfuggita l'occasione di mano.
    Ma non è un fallimento arrivare nono con questa squadra qui, non ci avrei scommesso un centesimo su un tuo approdo ai playoff, e invece se stato sbattuto fuori solo da questioni di classifica avulsa. Questa per me è tutt'altro che una sconfitta, ci sono le basi per continuare sulla strada tracciata, anche perché come detto, la qualità della Western Conference nel terzo anno cala sensibilmente.

    ReplyDelete
  2. Il record era buono, e io se non hai perso gli stimoli ti consiglio di continuare. Ci vorrà tempo, perchè se anche l'anno prossimo arriverai ai playoff ti mancherà esperienza...a meno che non aggiungi qualche uomo valido. Io in questi Suns ci credo,

    ReplyDelete
  3. Ma che mollare !!! La storia si fa sempre piu' interessante e la stagione e' stata positivissima ...non scherzare, c'e' davvero pochissimo da pensare, anzi ancor piu' voglia ritengo dovresti avere....
    hai solo avuto un bel po' di sfiga ....
    Quei 3 rookie nel PRIMO QUINTETTo??? Ma stai scherzando?? Sei riuscito a portare anche gentile nel primo quintetto matricole?? ma e' una ltro clamoroso record secondo me ....mai sentita una roba del genere...
    PS Gentile?? Il mio piu' grande te lo avevo detto non puo' mancare ;-))

    ReplyDelete
  4. Era quello che ti avevo "augurato" e la cosa si è puntualmente verificata. Secondo me è sbagliato mollare, una sconfitta del genere serviva: serve a forgiare una squadra che ancora ha tanto da imparare in questa lega; serve ad alimentare il sacro fuoco della competizione dopo un anno giocato per perdere; serve a redimersi dallo scorso anno e mettersi in pari con gli dei del basket; serve ad avere voglia di rialzarsi.
    Ora si deve fare il passo successivo, l'anno prossimo i playoff: smettere ora sarebbe un'onta impossibile da lavare!

    ReplyDelete